Altopascio in provincia di Lucca Toscana
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Comune di Altopascio

provincia di Lucca

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Altopascio

I Il territorio di Altopascio si estende per 28,70 kmq, sulla bassa soglia che mette in comunicazione la Valdinievole con la pianura ad est di Lucca, tra le estreme propaggini dell'Appennino pistoiese e le colline delle Cerbaie. Costituitosi nel 1881 con le frazioni di Altopascio, Spianate e Marginone, staccate dal comune di Montecarlo, ha raggiunto l'assetto attuale nel 1925, quando aggregò la frazione di Badia Pozzeveri, già di Capannori. Il castello, ricordato per la prima volta nel 952, fu in epoca medievale centro di irradiazione dell'ordine degli Ospedalieri, detti appunto Cavalieri di Altopascio, che qui fondarono un ospizio - citato per la prima volta nel 1084 - con la funzione di soccorrere e ospitare i viandanti e i pellegrini che transitavano sulla via Francigena. L'ordine, che conobbe momenti di grande floridezza soprattutto fra XII e XIII secolo, tanto da contare dipendenze anche all'estero, cominciò a declinare nel Trecento e nel 1472 il pontefice Sisto IV concesse alla famiglia fiorentina dei Capponi il giuspatronato dell'ospedale; ma nel 1544 Cosimo I dei Medici lo rivendicò a sé e ne destinò gli immensi beni all'ordine cavalleresco di Santo Stefano, recentemente costituito a difesa della cristianità contro i Turchi. Altopascio fu possesso della repubblica lucchese fino al 1338, quando passò, con gran parte della Valdinievole, a Firenze. Nel 1363 fu assediata e data alle fiamme dai pisani. Sul suo territorio si svolse la storica battaglia che, nel 1325, vide la sconfitta dei fiorentini a opera delle milizie lucchesi di Castruccio Castracani degli Antelminelli. Posta su un'importante direttrice di traffico e al tempo stesso in un'area segnata dalla presenza di paludi, di meandri fluviali, di fitti boschi, Altopascio ha sviluppato in passato un'economia che alle risorse della caccia e della pesca univa quelle derivanti dall'attività commerciale: nel tardo Medioevo come perno dei traffici terrestri originati dall'espansione mercantile di Pistoia, più tardi anche come porto fluviale sul canale che la collegava al Lago di Bientina e vedeva il passaggio dei prodotti agricoli del contado pesciatino. Oggi il settore trainante dell'economia cittadina è quello industriale, che assorbe circa la metà di tutta la popolazione attiva e conta numerose imprese operanti nei settori alimentare (soprattutto panifici industriali), delle confezioni, della cartotecnica, calzaturiero, delle materie plastiche. L'agricoltura, che a partire dagli anni cinquanta ha visto ridursi drasticamente il numero dei propri addetti, dà cereali, uva da vino, patate e foraggi. Buona consistenza presenta l'allevamento avicolo. Nel 1991 il comune conta 9.976 abitanti, con una densità di 348 per kmq. Per quanto riguarda le età precedenti, la popolazione era passata da 2.043 unità nel 1551 a 4.806 nel 1745; nel 1830 ammontava a 4.544 abitanti, salì a 5.889 nel 1881 e a 7.351 nel 1936. I valori demografici registrati negli ultimi decenni sono risultati i seguenti: 7.254 unità nel 1951, 7.462 nel 1961, 8.688 nel 1971 e 9.580 nel 1981.

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