Minucciano in provincia di Lucca Toscana
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Toscanabella @ www.toscanabella.com | Marco Gambassi

Comune di Minucciano

provincia di Lucca

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MINUCCIANO

Il territorio del comune di Minucciano, nelle Garfagnana, si estende per 57 kmq, in una zona prevalentemente montuosa, sottostante alla cresta che segna lo spartiacque tra i bacini del Serchio e del Magra. Minucciano - che una tradizione vuole tragga il proprio nome dal console Minucio Termo, impegnato, agli inizi del il secolo a.C., nelle guerre contro i liguri apuani è ricordata fin dall'epoca della dominazione dei Franchi. Possesso dei Malaspina dall'875, nelle persone di Opicino e di Corrado, nel 1270 venne venduta a Gerardo, conte di Gragnana. Assoggettata a Lucca nel 1287, nel 1315 tornò in possesso di un Malaspina - Spinetta - cacciato di lì a poco da Castruccio Castracani degli Antelminelli (1319). Alla morte di quest'ultimo, nel 1328, il castello cadde di nuovo nelle mani dei Malaspina i quali, nel 1346, lo vendettero alla repubblica di Firenze. Occupato quindi da Pisa e successivamente dai Visconti di Milano, tornò nuovamente a Lucca nel 1369. Nel 1431, al tempo della guerra per il predominio nella Garfagnana, i Malaspina, alleati degli Estensi, riuscirono a sottrarlo a Lucca, impegnata contro i fiorentini. Passata nuovamente a Lucca e, ancora, ai Malaspina, nel 1447 Minucciano entrò definitivamente nel dominio lucchese, divenendo sede vicariale. Gravemente danneggiata nel 1745 dalle incursioni degli spagnoli al comando di Francesco III d'Este, seguì fino al 1860 le vicende politiche lucchesi. Lo sfruttamento dei boschi di castagni e la pastorizia, fonti di reddito preminenti nell'intera area della Garfagnana, caratterizzavano in passato anche la vita economica di Minucciano. Oggi il settore primario, che assorbe meno di un decimo della popolazione attiva, è orientato verso la produzione di cereali, foraggi e olive, mentre ancora praticato con una certa ampiezza è l'allevamento ovino e caprino. Le attività industriali trovano la loro spina dorsale nell'estrazione e nella lavorazione del marmo, ma piuttosto cospicuo è anche il comparto edilizio. Il capoluogo è inoltre un frequentato centro di villeggiatura (anche grazie alla vicinanza del lago artificiale di Gramolazzo) e di sport alpinistici. Il comune conta, nel 1991, 2.678 abitanti, con una densità di 47 per kmq. Nel passato la popolazione del territorio era salita da 2.016 unità nel 1743 a 2.083 nel 1830 e quindi a 2.473 nel 1881. Nel Novecento il numero degli abitanti, pari a 4.070 nel 1936, è ulteriormente aumentato fino ai 4.343 del 1951, per poi decrescere in seguito, passando a 3.657 nel 1961, a 3.227 nel 1971 e a 2.862 nel 1981.

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