Pitignano in provincia di Grosseto Toscana
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Comune di Pitignano

provincia di Grosseto

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PITIGLIANO

Il comune di Pitigliano si estende per 102,89 kmq in una zona collinosa della provincia di Grosseto ai confini con il Lazio. Dominio signorile degli Aldobrandeschi e degli Orsini, fu sede di vicariato in epoca moderna e, dal 1660, sede dei vescovi di Sovana. Non ha subito mutamenti di rilievo dei suoi confini territoriali. Di origine antichissima, Pitigliano fu città etrusca e romana. Talvolta è identificata anche con il vicus Torìanu di età longobarda, ma sicure attestazioni storiche risalgono solo al 1061, anno in cui papa Niccolò il confermò al vescovo di Sovana il possesso della pieve di Pitigliano. Sebbene la storia della località sia oscura fino agli inizi del xiii secolo, si sa con certezza che il castello apparteneva da tempo ai conti Aldobrandeschi, che lo difesero lungamente dai tentativi di espansione territoriale del comune di Orvieto. Nel 1274, con l'atto di divisione della contea aldobrandesca, Pitigliano fu assegnata al ramo dei conti di Savana, che ne avevano già fatto il centro del proprio dominio comitale. Nel 1293, attraverso il matrimonio tra Romano Orsini e Anastasia Aldobrandeschi, si iniziò il lungo periodo della signoria degli Orsini sulla contea di Pitigliano e Sovana, comprendente anche i castelli di Sorano, Saturnia, Manciano, Orbetello e Piancastagnaio. Durante il corso del Trecento gli Orsini riuscirono a mantenere l'integrità territoriale della contea salvaguardandola dalle mire espansionistiche di Orvieto e Siena, finché, nel 1455, al termine di una lunga serie di guerre suscitate dalla repubblica senese nei quarant'anni precedenti, essi videro ridotto il proprio dominio ai soli territori di Pitigliano e Sorano. Soltanto nel 1562 una sommossa popolare filomedicea pose fine alla dominazione degli Orsini. Agli inizi del XVII secolo Pitigliano entrò definitivamente a far parte del granducato di Toscana. La comunità ha dato i natali a Francesco Zuccarelli (1702-1788), paesaggista e fondatore della Reale Accademia Pittorica di Londra. Nel periodo giolittiano si sviluppò a Pitigliano un forte movimento contadino, che portò tra l'altro all'occupazione di terre incolte. Durante la Resistenza formazioni partigiane operarono nel territorio. Nel passato Pitigliano era dedita alle tradizionali colture agricole, tra le quali si è sempre distinta la viticoltura con una produzione di vino pregiato. Diffusa era anche l'attività di filatura della canapa e del lino, mentre nel commercio locale è stato importante per secoli il ruolo svolto dalla popolosa comunità ebraica. Attualmente l'agricoltura, che resta fonte di reddito per quasi un quarto della popolazione attiva, è ancora fortemente segnata dalla presenza della vite, che trova utilizzazione nella produzione del pregiato "Bianco" di Pitigliano. Proporzioni analoghe al settore primario presenta il secondario, dove si distinguono naturalmente gli stabilimenti per la produzione enologica e che conta inoltre cave di tufo, enfero e pietra pomice, nonché alcune imprese edili. Il terziario, oltre all'apporto dell'indotto proveniente dall'attività vitivinicola e da quella estrattiva, beneficia della consolidata attrazione turistica esercitata dal centro storico. Nel 1991 la popolazione censita nel territorio comunale ammonta a 4.316 unità, con una densità di 42 abitanti per kmq. Nel 1745 (primo dato censuario conosciuto) Pitigliano registrava una popolazione di 2.326 abitanti, e nel 1830 ne contava 2.790. Nel 1881 già raggiungeva la cifra di 4.519 unità, salite a 5.786 nel 1936. A partire dalla metà del nostro secolo si è evidenziata una certa tendenza al declino demografico con valori di 5.750 abitanti nel 1951, 4.895 nel 1961, 4.463 nel 1971 e 4.465 nel 1981.

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