Cavriglia in provincia di Arezzo Toscana
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Toscanabella @ www.toscanabella.com | Marco Gambassi

Comune di Cavriglia

provincia di Arezzo

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CAVRIGLIA

Cavriglia si estende per 60,91 kmq nel Valdarno Superiore occupando le pendici dei monti del Chianti e un altopiano terrazzato sulla riva sinistra dell'Arno; fu eretta in comunità nel 1774, ma ha raggiunto la sua configurazione che avevano fatto pane della Lega d'Avane prima associati alla comunità di San Giovanni Valdarno, alla quale la stessa Cavriglia in precedenza apparteneva. Cavriglia, insediamento di sicura origine romana (pare ormai accertato che il suo territorio fosse in antico attraversato dalla strada che univa questa pane del Valdarno alla Vai di Greve), si trova menzionata sin dai primi anni del Mille in alcune carte relative a donazioni di case, coni, terre e poderi posti nel piviere di San Giovanni a Cavriglia, fatte da membri dei Firidolfi-Ricasoli alle abbazie di Coltibuono e di Passignano; e su Cavriglia questa schiatta signorile continuò per secoli a mantenere un ruolo preminente. Una battagliera coscienza sindacale tra gli operai delle miniere di lignite di Castelnuovo dei Sabbioni portò alla vittoria lo schieramento socialista nelle elezioni amministrative del 1920. Represse con durezza nel ventennio seguente le forze democratiche, gli abitanti di questa zona subirono durante l'occupazione nazista violente rappresaglie che culminarono nel luglio del 1944 con l'eccidio di più di duecento civili tra Castelnuovo dei Sabbioni e Meleto: per questo il gonfalone di Cavriglia è stato insignito di medaglia di bronzo al valor militare. L'economia del passato si basava essenzialmente sull'agricoltura che dava cereali, legumi, olio e vino, sulla coltura del gelso, sulla caccia e sulla produzione di terraglie. Con la scoperta della lignite di cui era ricchissimo il sottosuolo l'attività estrattiva è divenuta il motore dell'economia locale (tra il 1930 e il 1940 vi erano impiegati almeno seimila operai); ma a causa degli imponenti sbancamenti fatti tra il 1960 e il 1970 nella zona di Castelnuovo dei Sabbioni (con la conseguente creazione della grande centrale termoelettrica di Santa Barbara) questa tradizionale attività ha subito da una decina di anni un ridimensionamento dovuto ai limiti imposti per la salvaguardia del paesaggio (invero già fortemente stravolto) e per la sicurezza stessa degli abitanti. L'agricoltura, che ha una buona produzione di vino, olio, cereali, mais e pomodori, riveste oggi un ruolo subalterno, mentre nel territorio operano aziende di attrezzature meccaniche per l'edilizia, fornaci di laterizi, industrie di abbigliamento e imprese artigiane per la produzione di mobili. + La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 6.740 unità con una densità di 111 abitanti per kmq. Per quanto riguarda le età precedenti gli abitanti della comunità erano passati da 2.440 unità nel 1551 a 2.880 nel 1745; nel 1830 ammontavano a 3.400 unità che salirono a 5.187 nel 1881 e a 8581 nel 1936. Nel 1951 il comune contava 9.270 abitanti, ma da questo momento il calo demografico è costante: nel 1961 si registrano 7.834 abitanti, nel 1971 sono 6.093 e nel 1981 5.950.

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