Montevarchi in provincia di Arezzo Toscana
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Comune di Montevarchi

provincia di Arezzo

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MONTEVARCHI

Il territorio comunale di Montevarchi nel Valdarno superiore si estende per un'area di 56,78 kmq parte in pianura e parte in collina sulla riva sinistra dell'Arno. Il capoluogo è posto nel fondovalle ai piedi delle pendici terrazzate dei colli del Chianti. Fu centro feudale, poi podesteria; divenne sede di comunità nel 1774. L'attuale centro abitato di Montevarchi è sorto verso la fine del XII secolo come mercatale dell'omonimo castello che si ergeva sul Poggio dei Cappuccini e su cui avevano signoria i marchesi del Monte Santa Maria; passò quindi ai conti Guidi fino al 1254, anno in cui questi lo vendettero alla repubblica fiorentina. Ripreso dai suoi antichi signori dopo la battaglia di Montaperti, fu nuovamente restituito a Firenze nel 1273 dal conte Guido Selvatico da Dovadola. Montevarchi soffrì danni nel 1287, quando i ghibellini di Arezzo assalirono i loro concittadini guelfi che vi si erano rifugiati, e altre traversie, quale terra soggetta a Firenze, dovette subire nel 1289 dagli aretini e nel 1312 dall'esercito di Arrigo VII. Per questo nel 1338 si decise di cingerlo di mura, facendolo sede di una podesteria che comprendeva il castello di Ricasoli e altri quattro popoli rurali. Nacquero in questa terra lo storico e umanista Benedetto Varchi (1503 - 1565) e il dantista e storico Isidoro del Lungo (1841-1927). Nel passato Montevarchi traeva le maggiori fonti di reddito dall'agricoltura e dai suoi prodotti: olio, vino, grano, legumi, canapa e lino, gelsi - che fornivano un' eccellente qualità di seta - ortaggi e frutta e fino dal Trecento, come attesta il cronista fiorentino Giovanni Villani, aveva fama di principale mercato agricolo del Valdarno, giovandosi del fatto di essere situata su un'importante via di comunicazione. Nel settore manifatturiero Montevarchi si distingueva inoltre, fino dal Cinquecento, per la filatura della lana, che praticava per conto dell'arte di Firenze e per la trattura della seta; agli inizi del XIX secolo era assai fiorente la manifattura di cappelli e tappeti di lana e di pelo. In quel tempo erano in attività anche una fabbrica di terraglie a Levane, una fonderia di campane e una fabbrica di orologi. Oggi per quanto riguarda l'industria settori preminenti sono quelli delle calzature e dell'abbigliamento; seguono l'industria edile, quella tessile e quella delle pelli e del cuoio. Nei fertili terreni lungo il corso dell'Arno vengono coltivati frumento, foraggi, tabacco, barbabietola da zucchero e mais, nelle zone collinari grano, viti e olivi. Recente e molto importante è l'ortoflorovivaismo; numerosi sono gli allevamenti avicoli. Il commercio, che riguarda i prodotti dell'industria e dell'agricoltura, è intenso. La popolazione totale del comune, al censimento del 1991, ammonta a 21.710 abitanti, con una densità di 382 unità per kmq. Per quanto riguarda le epoche precedenti Montevarchi contava 4.218 abitanti nel 1551, 5.024 nel 1745 per passare a 7.691 nel 1830 e a 9.896 nel 1881; per gran parte di questo secolo l'incremento della popolazione è stato costante: al censimento del 1936 contava già 15.227 abitanti, nel 1951 contava 16.776 abitanti, nel 1961 ne contava 20.117, saliti a 22.725 nel 1971; solo nel censimento del 1981 si è registrata una lieve flessione con 22.308 abitanti, confermata dall` ultima rilevazione.

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