Poppi in provincia di Arezzo Toscana
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Toscanabella @ www.toscanabella.com | Marco Gambassi

Comune di Poppi

provincia di Arezzo

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POPPI

Il territorio del comune di Poppi, nel Valdarno casentinese, si estende per 97,03 kmq dal crinale dell' Appennino tosco - romagnolo al fondovalle attraversato dall'Arno, tra pianura, collina e montagna. Il centro è situato su un poggio terrazzato dal quale domina la piana di Campaldino e l'alta valle dell'Arno. Feudo dei conti Guidi da Battifolle, divenne poi sede di vicariato. Il primo ricordo storico di Poppi risale al 1169, essendo citato in un documento della badia di San Fedele di Strumi, ma è del 1191 l'atto più significativo: un diploma dell'imperatore Arrigo VI con cui vengono confermati in feudo al conte Guido Guerra dei Guidi molti castelli tra Romagna e Toscana fra cui Poppi, Battifolle, Porciano; da allora, per quasi tre secoli, la storia di Poppi è strettamente connessa con quella dei suoi signori, che furono a lungo fra le più potenti schiatte feudali toscane, spesso protagonisti dei principali avvenimenti politici fioreritini nel XII e XIII secolo. Nel 1261 il conte Simone cinse l'abitato di mura e iniziò la costruzione del palazzo, terminata verso la fine del secolo da suo figlio Guido. Aderenti alla fazione ghibellina, i Guidi di Poppi furono costretti, dopo la morte di Manfredi (1266), a fare atto di sottomissione ai guelfi dominanti in Firenze. L'11 giugno del 1289, a poca distanza dalle mura del castello, nella piana di Campaldino, si svolse la storica battaglia tra fiorentini e aretini, che sanzionò il predominio di Firenze e dello schieramento guelfo in Toscana, seppure per il momento senza nessuna concreta acquisizione territoriale. L'anno successivo i fiorentini, reduci da un'infruttuosa spedizione contro Arezzo, devastarono il Casentino, dando fuoco al castello di Poppi, in odio al conte Guido Novello che era stato vicario generale del re Manfredi a Firenze. Finalmente nel 1440, durante l'incursione delle soldatesche milanesi comandate da Niccolò Piccinino, il conte Francesco dei Guidi che aveva favorito i nemici di Firenze, dopo la vittoria dei fiorentini ad Anghiari fu assediato nel suo castello e costretto alla resa. Passato in possesso della repubblica fiorentina, Poppi divenne sede di un vicariato la cui giurisdizione abbracciava l'intero Casentino. Tra i suoi illustri figli ricordiamo lo scultore Mino, detto da Fiesole (1430 ca.-1484), il pittore Francesco Morandini, detto il Poppi (1544-1597) e il libero pensatore e poeta Tommaso Crudeli (1703-1745). Nel territorio comunale sono i ruderi dell'abbazia, prima benedettina poi vallombrosana, di Strumi (x secolo) e l'eremo di Camaldoli, edificato all'inizio dell'XI secolo da San Romualdo, vicino al crinale appenninico, circondato da folti boschi di abeti e di faggi. Durante l'occupazione tedesca dell'ultima guerra nell'aprile del 1944, oltre centocinquanta abitanti di Poppi furono deportati e molti di loro morirono nei Campi di concentramento. Nel passato l'economia di Poppi si è incentrata quasi esclusivamente sui prodotti del bosco (legname, castagne e ghiande che alimentavano i numerosi suini) e sull'agricoltura, potendosi giovare nella parte più bassa del suo territorio di un terreno assai fertile che produceva cereali foraggi. Non meno rilevante, per la popolazione del luogo, era la pastorizia: all'inizio dell'Ottocento ogni anno varie decine di capifamiglia si recavano con le loro greggi transumanti in Maremma. Nella seconda metà del Settecento cominciarono a funzionare alcuni lanifici che producevano pannilani, impiegando gran parte della popolazione di Poppi. Notevolmente sviluppati erano inoltre l'artigianato del legno (in particolare a Badia Prataglia, Moggiona e Quota), dal quale si sviluppava anche la tipica attività di commercio ambulante di utensili da cucina pifferi e fusi in faggio, la produzione di cappelli di paglia, di coltelli e lame e il commercio della seta in bozzoli. Ancora oggi, soprattutto nei centri montani, vengono prodotti manufatti artigianali in legno, ma molto impor- tanti sono anche la lavorazione del ferro battuto, della lana e la realizzazione di ricami e coperte. L'industria è presente nel settore alimentare (molino - pastificio), tessile, del legno e delle confezioni. Nel territorio opera inoltre un'azienda che produce canne da organo. L'agricoltura e l'allevamento del bestiame (suini e ovini) hanno ancora rilievo. Notevole importanza infine, per l'economia locale, riveste il movimento turistico estivo nei centri di Camaldoli e di Badia Prataglia La popolazione totale del territorio comune, nel 1991, raggiunge le 5.601 unità con una densità di 58 abitanti per kmq. Per quanto riguarda le epoche precedenti Poppi era passato dai 2.584 abitanti del 1551 ai 3.010 d 1745; in seguito ha visto un costante e notevole incremento passando dai 4.990 abitanti nel 1830 ai 6.653 nel 1881 e agli 8.744 nel 1936. Nel 1951 il comune contava 8.886 abitanti, scendendo a 7.002 al censimento del 1961 e, con un ulteriore vistoso calo, a 5.975 nel 1971; al censimento del 1981 la popolazione totale raggiungeva le 5.713 unità.

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