Anghiari in provincia di Arezzo Toscana
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Comune di Anghiari

provincia di Arezzo

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ANGHIARI

Il territorio del comune di Anghiari si estende dalle pendici dell'Alpe di Catenaia alla piana della VaI Tiberina per 130,58 kmq, in gran parte in collina. Stazione sulla via che dalle Romagne sfociava in Casentino prima dell'apertura, alla fine del Cinquecento, della più comoda via dello Scopetone, fu dapprima centro feudale, quindi libero comune e poi sede di vicariato. Capoluogo di comunità per decreto di Pietro Leopoldo del 1776. Il castello di Anghiari, ricordato in documenti del X e dell'XI secolo come "castrum Angulare" o "Anglare", era in origine feudo dei conti di Galbino, un ramo della schiatta dei Barbolani di Montauto. Donato da costoro nel 1104 all'eremo di Camaldoli, sotto la giurisdizione dei monaci ebbe modo di svilupparsi, godendo di una certa libertà come provano gli statuti comunali del XIII secolo. Questa sorta d'autonomia di fatto cessò nel 1322 quando di Anghiari divennero signori i Tarlati di Pietramala, ai quali rimase fino al 1384 (con la parentesi degli anni 1339 1352 quando il dominio passò al comune di Perugia). NU 1385 infine Anghiari entrò sotto l'egida di Firenze che lo elesse sede di un vicariato comprendente quasi per intero il territorio prima feudo dei Tarlati; e nel 1440 proprio presso Anghiari avvenne lo scontro campale che sanzionò, con il definitivo possesso per Firenze di tutto il Casentino e la Val Tiberina toscana, anche la fine delle minacce viscontee nella regione. Sotto il dominio dei Medici conobbe una significativa rinascita sia economica che culturale. Contendendo a Borgo San Sepolcro il primato di centro più importante della Val Tiberina toscana. Accanto a un'economia prevalentemente silvo-pastorale, Anghiari si segnalò nel passato come centro di un vivace mercato e di attività artigianali: nota fin dal Medioevo per la coltivazione e la lavorazione di guado molto usato in tinto- ria, durante il periodo mediceo acquistò fama per la produzione laniera, incrementata dagli allevamenti ovini assai diffusi nella regione circostante; tra il Settecento e l'Ottocento si segnalava per le manifatture di cappelli di feltro e di vasellame in terra e in maiolica, per le filande e soprattutto per la produzione artigianale di armi da fuoco artisticamente lavo rate, a cui fece seguito anche quella di strumenti chirurgici e agricoli. All'inizio del Novecento notevole sviluppo aveva preso la coltura del tabacco e del baco da seta. Oggi, oltre che sulle risorse del bosco, che alimentano l'industria del legno, sulla pastorizia e sull'agricoltura (cereali, vino, olio e tabacco) l'economia di Anghiari è legata all'industria calzaturiera, delle confezioni e alla lavorazione del tabacco; nella cittadina esiste inoltre una qualificata attività di restauro di mobili e di strumenti musicali antichi. La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, 1e5.877 unità con una densità di 45 abitanti per kmq. Per quanto riguarda le epoche precedenti, gli abitanti, che nel 1745 raggiungevano le 3.387 unità, nel 1830 erano cresciuti a 6.574; nel 1881 erano 7.284 per passare a 8.264 nel 1936. Nel 1951 l'intero comune contava 8.394 abitanti, mentre il censimento del 1961 registrava un sensibile decremento della popolazione che passava a 7.028 unità; una ulteriore diminuzione si ha nel censimento del 1971 con 6.002 unità, che divengono 6.078 nel 1981.

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